“Vivere le differenze┝: un giovane buddhista giapponese alla GMG

Una “esperienza inattesa”. È stata questa la mia risposta alla domanda che ci è stata fatta in occasione di un incontro di gruppo durante la GMG di Madrid, sia per la riflessione personale sia per la condivisione avvenuta con i membri del gruppo. La ragione per cui ho risposto così sta nel fatto che i giorni della GMG, cominciando dall’invito alla partecipazione che mi ha rivolto un mio amico cristiano, sono stati per me pieni di esperienze inattese che superavano di gran lunga ciò che mi sarei aspettato: il numero dei giovani che riempivano la città di Madrid, la quantità di Paesi rappresentati, l’entusiasmo, la gioia e il forte legame di amicizia tra i giovani e la loro sincera preghiera con il Santo Padre.
Sono partito da Roma per Madrid con l’autobus e con i giovani italiani il 14 agosto 2011. Il mio desiderio iniziale era di vedere e capire che cosa fosse la GMG: era stata questa la mia motivazione principale a partecipare.
Prima della partenza, mi preoccupava un poco la possibile solitudine, sia perché nel gruppo sarei stato l’unico giapponese e l’unico buddhista, sia perché non conoscevo quasi nessuno (tranne alcuni compagni di scuola) ed anche perché la mia lingua italiana non era sufficiente per comunicare con scioltezza con loro. Ed invece nel nostro gruppo eravamo sempre insieme durante tutta la giornata, con pienezza di gioia e di sorriso; un gruppo pieno di vitalità tale da coinvolgere altri gruppi sia di italiani, sia di altri Paesi che incontravamo a Madrid. Così i giovani si avvicinavano anche a me con un cuore aperto. Grazie alla loro vicinanza, come non avrei immaginato, la mia preoccupazione è progressivamente sparita ed è avvenuto in me un cambiamento: sono passato dall’essere un osservatore ad essere un membro attivo. Ciò significa che, stando con gli altri, non mantenevo distanze interiori con loro, bensì mi sentivo in unità con loro. Un fatto in particolare ha inciso su questo mio cambiamento; eravamo in un parco quando un giovane del mio gruppo mi ha chiesto: “Conosci qualche ballo giapponese?” ed io, scegliendone uno adatto ai giovani, l’ho mostrato loro. La danza è piaciuta molto e, infatti, da quel momento quasi ogni giorno la ballavamo insieme con grande entusiasmo. Questo ballo per me non è stato un semplice “fatto”, ma un “evento”, nella misura in cui il mio atteggiamento si è trasformato da passivo ad attivo: senza questo “passaggio” la mia esperienza alla GMG sarebbe stata solo un insieme di osservazioni esterne delle esperienze e degli atteggiamenti di altri, anziché un’autentica esperienza personale.

Apertura reciproca
Prima della GMG un mio amico cristiano, invitandomi a partecipare, mi diceva “l’amore del cristianesimo non lo capirai mai solo attraverso lo studio: potrai capirlo solo trovandoti in mezzo a persone che lo vivono”. Riflettendo sulla mia esperienza alla GMG, sento che questa è stata la realtà che ho vissuto.
Un giorno, visto che un giovane del gruppo cercava qualcuno per fare due passi, lo accompagnai io. Camminando e facendo la spesa, ridevamo e scherzavamo, poi, tornati a casa, mi aveva raccontato di se stesso, della sua famiglia, della sua crescita in Oratorio, della preoccupazione per il futuro dei giovani dell’Oratorio… Ero molto felice di aver ascoltato quel giovane, incontrato quei giorni per la prima volta. Sentivo che si era creato un forte legame tra di noi: la simpatia e la confidenza erano nate dalla fiducia e dall’apertura reciproca. Il legame che si era stabilito mi ha aiutato a capire ancora meglio come l’amore cristiano può esprimersi anche in quei sentimenti di fiducia, confidenza, affetto, che avevo provato.

La preghiera col Santo Padre
La Messa con il Santo Padre, che si è svolta l’ultimo giorno nella spianata dell’aeroporto, è stata il momento culmine della mia esperienza. Il giorno prima avevo vissuto un momento molto difficile. Arrivati alla spianata, ci eravamo dovuti fermare, eravamo rimasti in piedi senza trovare un posto dove poterci sistemare; alcuni di noi si sono sentiti male a causa del grande caldo…
La situazione ci ha richiesto, certamente, una grande pazienza, ma nonostante tutto siamo rimasti sereni: ci prendevamo cura di chi non stava bene, condividevamo cibo e acqua, ci incoraggiavamo con qualche battuta divertente… fino a quando non siamo riusciti a prendere posto. Così, quattro ore dopo il nostro arrivo, abbiamo potuto riposare, fino a quando è arrivato un temporale improvviso, durante la veglia con il Santo Padre. Anche questa difficoltà, però, è stata vissuta nel migliore dei modi, aiutandoci gli uni gli altri.
Il giorno dopo ci ha accolti il bel tempo, che ha consentito lo svolgimento della Messa con il Santo Padre. Sereno era il cielo, ed anche il mio cuore… mi sentivo felice perché affrontando le difficoltà, con pazienza, siamo riusciti a superarle. Ero pieno di gioia, una gioia che non avrei sentito se non fossi stato con gli altri giovani con cui condividevo questo lungo pellegrinaggio.
Affermava nella Messa il Santo Padre: “La fede è un dono”. Pensando allora che ognuno di noi, in quel momento, stava ricevendo un dono prezioso, anche se esistono differenze tra di noi, ho sentito una gioia indicibile. Vedendo gli altri giovani, durante Messa, mi sembrava che anche le loro facce in preghiera fossero serene e piene di gioia. Mi sono reso conto che lì c’era veramente l’amore.
Mi sono così passati nella mente tutti i giorni della GMG e gli atteggiamenti accoglienti dei giovani del mio gruppo: loro mi si erano avvicinati, avevano aperto il mio cuore, mi avevano fatto sentire pienamente parte del gruppo, quella “simpatia”, quel legame tra di noi, mi pare fosse una forma d’amore… Così, durante quella messa, ho capito cosa sia l’amore cristiano.

Vivere le differenze
Un Sutra del buddhismo, chiamato Su-tra del Loto, dice “Buddha è presente con te sempre e dovunque”. Ne consegue che Egli mi dona la sua compassione per guidarmi al risveglio e alla salvezza, nella maniera specifica per me, ossia secondo la mia capacità e il mio desiderio. Durante i giorni della GMG sono riuscito ad affrontare tutte e situazione inaspettate che si sono presentate, sia quelle positive che quelle negative, vivendo ogni momento con grande intensità e gioia. Questi sentimenti sono culminati nella Messa. Ritengo che Buddha, dall’inizio alla fine della GMG, mi abbia accompagnato, dandomi sempre qui doni specifici per ogni momento che vivevo. Tutto questo cammino, fatto alla GMG, mi ha fatto sperimentare la compassione di Buddha, testimone del fatto che Egli è sempre con me.
Io frequento un corso all’Università Salesiana, e sono ospite della comunità dei Salesiani presso la stessa Università. Il motivo di questa mia frequenza è legato al dialogo interreligioso del movimento Buddhista Rissho Kosei-kai, il quale dedica molto impegno e molto tempo a questo dialogo. Mi sembra che uno degli obiettivi di questo dialogo interreligioso sia dare un contributo ad una vita pacifica di tutta l’umanità e alla comprensione reciproca tra gli esseri umani. È il “vivere le differenze”. Sono convinto, grazie alla mia esperienza alla GMG, che “vivere le differenze” significa sentire e praticare l’amore, cioè sentire l’amore e la compassione dell’Essere Trascendente, vivendo con gli altri nella vita quotidiana. L’esperienza della GMG mi ha dimostrato che vivere insieme a persone differenti aiuta questo nostro cammino.

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